«Ero stanco di campionatori che “facevano” il suono.
Il mio suono non era l’MPC, il mio suono ero io.»
Tutti in Italia conoscono Ice One, anche chi non sa di conoscerlo.
Chi in Italia non si e’ imbattuto almeno una volta in “Quelli Che Benpensano” ?
Videoclip ufficiale di “Quelli che Benpensano”
Un dato grezzo ma significativo può essere il contatore views di Youtube che sul video clip ufficiale segna 37.000.000 views (trentasette milioni).
Recentemente Marracash ha pagato tributo al brano con un remake in compagnia di Coez, a testimonianza di quanto e’ stata iconica quella hit e di quanto sopravviva alle decadi (la prima edizione e’ del 1997).
Videoclip ufficiale di “QUELLI CHE NON PENSANO” – Il cervello ft. Coez
Ma Ice one, pseudonimo di Sebastiano Ruocco, classe 1966, e’ molto più di questo.
Fondatore dei Colle Der Fomento, rapper, compositore di colonne sonore di film come Torino Boys dei Manetti Bros, PAZ! di Renato di Maria e Le amiche del cuore di Michele Placido.
Il suo brano “Musica Grande” fu selezionato dagli A&R del video game studio tripla A statunitense Electronic Arts per l’edizione italiana del videogioco FIFA Football del 2004.
Le sue collaborazioni arrivano fino ad Elisa, i Tiromancino, Afrika Bambataa e Public Enemy, per citarne alcune.
Ma il discorso non si esaurisce qui. Ice One da anni coltiva diversi filoni di sperimentazione e ricerca sonora.
Il suo percorso personale attinge dai campi più disparati della conoscenza;
dalla programmazione sonora, all’esoterismo, all’audio forense al “digging” dei campionamenti.
La sua conoscenza degli hardware e degli strumenti del mestiere di un DJ/Producer sia analogici che digitali spazia dagli albori degli anni ’80 fino alle tecnologie attuali più innovative e all’avanguardia.
Questi sono tutti i motivi per cui abbiamo scelto di avvalerci della sua collaborazione in questa webzine che tra le altre cose, si dedica a condurre un viaggio verso la scoperta dei visionari dell’arte, i pionieri che hanno cambiato il “gioco”, i movimenti culturali e le tecnologie protagoniste.
Raro documentario anni ’90 con Ice One
Per il nostro progetto nascente e’ un onore poter contare su una punta di diamante come Ice One, che ha deciso di entrare nel nostro team e far parte della redazione del blog.
Oggi però, per inaugurare la nostra collaborazione vogliamo porre ad Ice One una serie di domande, realizzando la nostra prima vera intervista;
“Collection of breaks produced by the Italian Hip Hop legend”
1) C’e’ qualcosa che ci e’ sfuggito o che vorresti precisare della tua biografia?
“Innanzitutto grazie per questa opportunità di esser raccontato!
Rimando tutti al mio sito dove e’ possibile leggere la mia bio completa e tutta la mia discografia.
So di essere un personaggio complesso e so che la mia carriera musicale è piena di digressioni in tutti i generi che ho contaminato con l’Hip Hop, il mezzo espressivo che mi caratterizza.
Unica e sola cosa che vorrei precisare: io ho studiato musica classica con il pianoforte.
Nella mia carriera ho sempre spronato tutti a studiare, anche da autodidatti.
Anche stonare è un arte, ma le stonature dovute all’ incapacità sono uno dei pochi peccati capitali della musica.
Perfino nel punk c’era conoscenza della musica. Distruggere uno schema è lecito, ma per farlo bisogna prima conoscerlo e capirlo.”
.cit By il mitico Tomas Milian
Entriamo nello specifico dato che chi ci legge e’appassionato di produzione audio.
Senza fare “sample snitching” e rischiare la galera, potresti scomporre la produzione del tuo brano più famoso “Quelli Che Benpensano”?
Quali tools sono stati utilizzati? Quali fonti sonore? Dove fu concepito il primo loop?
“Per le fonti sonore segnalo il sito di WhoSampled, in cui è abbastanza comodo reperire queste informazioni.
Review del sito nominato da Ice One
Il brano è stato concepito in casa, all’ epoca io e Julie P (cantante jazz e co-autrice di svariati brani di successo) lavoravamo insieme alle produzioni.
Quelli Che Benpensano è un brano in cui io ho creato tutta l’alchimia sonora, successivamente con Julie P e’ nato l’arrangiamento di tutti i pattern che lo compongono.
Il brano è nato nel 1992, dopo aver scovato un 45 giri rarissimo da Disfunzioni Musicali (storico negozio di vinili di Roma).
Quel beat ha rimbalzato nei walkman di tutta la scena di quel tempo, ma era un cavallo che faticava a trovare il fantino.
Praticavo la tecnica del chopping dei samples già dal 1988, cioè scomponevo una frase musicale in tutti i sui movimenti per poter ricavare i colpi singoli riuscendo a mantenere il groove originale.
Quella tecnica l’ho ereditata da Marley Marl in primis, cercando di aggiungere un qualcosa in più a quel meticoloso tipo di lavorazione.
In Italia ancora andavano per la maggiore i loops.
Per Quelli Che Benpensano usai un MPC 60 espansa al massimo e con le uscite separate.
Nacque di getto in un periodo molto creativo per me dove sfornavo beats a ripetizione e ad oggi la situazione è rimasta molto simile, (immaginatemi con un ghigno sulla faccia).
Strumentale di Marley Marl
Spot commerciale d’epoca della MPC 60
Quanto e’ cambiato il ruolo del Dj/Producer dal 1997 ad oggi? Pro VS Contro.
“Diciamo che ora, in questo presente, il ruolo del producer è veramente cambiato tanto.
I producers che fanno davvero la differenza sembrano essere sempre di meno, di solito sono quelli che in qualche modo hanno studiato musica (come sopra, anche da autodidatti).
Poi invece ne esistono molti altri, anche famosi, che usano prevalentemente fonti sonore già pre-programmate e linee melodiche stock.
Per capire meglio cosa intendo basta analizzare certe inserzioni video che compaiono su YouTube, dove a un certo punto appare un tizio sconosciuto che dice:
“ Non so nulla di musica, ma con questo MIDI Pack sono diventato un producer di successo”.
Esempio di un MIDI Pack con melodie già pre-composte
Si tratta semplicemente di tonnellate di midi files con progressioni armoniche e melodiche già programmate.
Questo per quanto riguarda le linee melodiche.
Sulle parti ritmiche e’ ancora peggio: un esempio su tutti è il famoso Drum Kit di Metro Boomin da cui negli ultimi 5 anni tutti hanno estrapolato gli stessi pattern che trovi in migliaia di pezzi trap.
In conclusione, molti producers non vanno oltre i pre- set che trovano sui Plug-In e VST disponibili online. Questo e’ il motivo per cui oggi tutto suona uguale.
Molti producers hanno gonfiato il proprio ego grazie al marketing, ma il marketing non è musica.
Un altro discorso paradossale e’ quello degli Edit- Makers che si sentono Beat-Makers.
Apro una parentesi polemica con il discorso “Lo-fi”.
Qui si ritorna al problema dell’ omologazione, se tutti usano gli stessi macchinari per degradare i samples, gli stessi filtri, gli stessi effetti, non credo che usare sempre la stessa attrezzatura renda questi producers davvero artisti del suono.
Molti di questi quando firmano le produzioni dovrebbero quantomeno scrivere feat. SP 303 o SP 404 affianco al loro nome.”
(ride).
Live set su un SP404
4) Essendo un producer appassionato di campionamenti sono quasi sicuro che ti sarai posto prima di noi questa domanda;
perché in Italia e’ quasi impossibile trovare un legale che sia ferrato sul diritto d’autore musicale, al punto che fare “sample clearance” e’ quasi impossibile?
E se esistono degli esperti potresti indicarci quelle che ritieni le personalità più competenti in materia?
“Premessa. Il vero problema di utilizzo di un campionamento si presenta quando si usa un loop intero senza interpolazioni invece di sfruttare il potere sonoro ed evocativo di qualcosa di già esistente cambiandone la morfologia.
Chiaramente tutti i producers che vengono dagli anni 80 e 90 sono passati tramite l’uso del loop, me compreso. Io ad un certo punto ho intuito che la mia arte era in pericolo, un arte che nasceva dal furto sonoro, ma che aveva un senso e dei concetti alla radice.
Ad oggi sui sample estesi è tutto un “avvocati, permessi e royalties da spartire”, ma in realtà bisogna rispondere ad una domanda quando ci si rapporta ad un campionamento: quando compro la musica di cosa sono proprietario?
Se la musica giustamente è di proprietà dell’artista, allora io acquirente cosa possiedo?
La mia risposta è: l’ascolto.
Ho elaborato così una tecnica microfonica di ripresa dei campioni, registrando i suoni dal mio sound system. Siccome sono proprietario dell’ascolto che viene caratterizzato dalle casse che ho, allora sono proprietario del campionamento che ascolto dalle mie casse, visto che quando compero un disco obbedisco alle leggi dello stato in cui vivo, ma non firmo nessun impegno specifico con nessun artista.
Negli anni poi la mia tecnica di utilizzo dei campioni è cambiata moltissimo.
Ora cerco campionamenti che possano sostituire la musica che scrivo con il piano, per cui deformo e taglio ogni cosa, utilizzando alla fine prevalentemente solo singoli suoni “OneShot” che poi uso nella mia alchimia sonora.
Per quanto riguarda gli esperti in Italia non ce ne sono.
Ci sono bravi avvocati che sanno di diritto musicale e che si barcamenano in una legislazione in merito ancora molto rudimentale e priva di precedenti.”
Deborah Mannis, grande esperta di “Samples Clearance”.
5) In base alla tua esperienza, tralasciando il mondo dei “drum breaks”, quali sono i generi musicali, le annate e gli artisti più campionabili, la tipologia di dischi più ricchi di potenziali tagli interessanti? In casa Dirty Dagoes per esempio siamo molto fan del rock progressivo sovietico 60s/70s.
“Il prog sovietico spacca ed è una passione che condivido.
Riguardo a questa questione, io mi sono sempre rapportato ad un orizzonte di possibilità infinite. Premetto che il primo album dei Colle Der Fomento è stato tutto fatto prendendo samples di musica souljazz e di musica progressive, e che per me vedere l’onda di campionamento dalla musica prog di questi ultimi anni non è stata una novità.
Prediligo gli anni che vanno dal 68 al 74.
La mia ricerca sonora è continua, va dall’Africa alle Filippine, passando dalla Thailandia, dalla Russia, dal Tibet etc. Il funk e’ una costante e la vena dark e’ sempre presente.
Cerco spesso brani in mono o finto stereo, dove e’ possibile trovare suoni nettamente divisi tra i canali Left e Right, tipo le drums sul canale destro insieme al basso, e magari il resto degli strumenti sull’ altro.
La ricerca sonora ha tempi e luoghi del tutto personali, ma è ovvio che può essere influenzata anche dal mercato discografico. Faccio un esempio su tutti: le prime produzioni di RZA. Quasi tutti i primi album Wu-Tang contengono campionamenti della Stax Records (etichetta fondata a Memphis, US, nel 1961).
Comprando i tre cofanetti della Stax Records onnicomprensivi di tutta l’etichetta, usciti poco prima degli albums del WU, e’ possibile scovare dentro tutti i samples utilizzati da RZA. Una scelta di ricerca molto comoda, ma molto efficace, anche se poi nelle interviste viene favoleggiata la famosa storia della “raccolta di dischi della nonna”.
Chiaramente questo non leva niente alla parte artistica, ma la storia del mercato della musica è importante.
La moda di cercare rock prog nasce invece dal fatto che sono dischi che furono stampati solo in piccole tirature da edizioni musicali minori e che quindi difficilmente gli autori si accorgeranno di essere campionati.
Così ad un fatto di gusto si unisce anche un fatto pratico.”
Sample originale della celebre “Tearz” dei Wu-Tang Clan
Quali sono i 5 principali tools per produzione audio imprescindibili per il lavoro di Ice One?
“Nell’1982 sono partito con i giradischi, un 4 piste a cassette della Fostex ed un piccolo sampler della Casio. Poi sono passato All’ uso della serie MPC Akai partendo dal 60 fino ad arrivare al 4000.
Ho avuto ed usato anche un Emu Sp 1200 con il quale ho realizzato i primi tre volumi dei Fat Beats. Poi la mia creatività ha avuto bisogno di altro.
Ero stanco di campionatori che “facevano” il suono. Era un limite sentirsi dire “La tua robba spacca, si sente che usi l’MPC”. Il mio suono non era l’MPC, il mio suono ero io.
Questi sono i motivi per cui sono passato ai software che lavorano in flat, in cui faccio io il mio suono da zero.
Ad oggi per fare il primo edit dei samples uso Peak, un ottimo editor, poi se voglio isolare qualcosa palleggio il suono tra RX e Photosounder, non disdegnando di usare le vecchie controfasi manuali. Per il chopping dei samples uso Recycle e come arma finale per creare e programmare il beat uso Reason 12.”
Tutorial di recording su un quattro piste Fostex
Parlaci del tuo lavoro di ricerca nel mondo dei software.
“Dal 2008 interagisco con un gruppo abbastanza segreto su Reddit, dove stiamo elaborando nuovi tools per l’isolazione dei samples.
Tutto questo poi si canalizza in software di vario tipo, o altre risorse online che tramite l’AI stanno imparando a separare le tracce di ogni pezzo.
Se state interagendo con l’isolazione sonora, sappiate che state usando anche il mio lavoro e che questo per me è una grande gioia.”
Quali sono secondo te le tecnologie in campo audio, sia software che hardware attualmente più rilevanti e che marcano una netta inversione di marcia rispetto al passato?
“Ci sono molti software, ed io li divido in quelli con suono caratteristico ( che io non amo) e quelli che ti permettono di avere una libertà totale per quanto riguarda la resa sonora.
Ormai le dotazioni dei software sono molto simili.
Per esempio la funzione warp, molto utile per mettere in griglia campionamenti che hanno micro e macro variazioni di velocità, è presente in tutti i sofware di gamma top.
Tra questi annovero i mitici Pro Tools, Logic ed il mio preferito che è Reason.
Ableton lo trovo un software molto completo, ma ha una compressione nativa che ammazza un po’ la poesia del suono, perché scatta sempre una sorta di “effetto Skrillex”.
Un software rivoluzionario già citato nella risposta precedente è RX di Izotope, che ha cambiato le carte in tavola per il trattamento e l’edit dei campionamenti. Inoltre RX ha un sistema di restoring dell’ audio che lo rende il top software per recuperare audio danneggiato.
Per quanto riguarda l’hardware faccio un elogio alla Behringer, che è stata capace di rivoluzionarsi, reinvestendo su se stessa, e creando una grande quantità di strumenti ispirati alle macchine analogiche più potenti degli anni 80.
Io che ho posseduto almeno tre Roland tr808 analogiche posso dire senza timore di sbagliarmi che la versione attuale di Behringer è uguale all’originale, forse anche meglio, grazie ad alcune aggiunte che gli hanno dato una marcia in più.
Stesso discorso vale per la Bassline e per il resto della loro produzione. Avremmo modo di approfondire questi argomenti nel dettaglio all’interno del vostro blog!”
Synth review dei cloni della Behringer
Ruotando di qualche grado la prospettiva, secondo te quanto e’ importante e sopratutto quanto e’ (secondo noi colpevolmente) poco curato il reparto Visual negli spettacoli live del nostro ambiente musicale, sopratutto in relazione a progetti di improvvisazione, dove tecnologie “audio reactive” potrebbero arricchire notevolmente le performance?
“Durante il lockdown con Riccardo Sinigallia ed Adriano Viterbini abbiamo creato una formazione musicale nuova.
Il progetto si chiama ON, dove l’improvvisazione è al centro della performance.
Ci siamo posti il problema di implementare lo spettacolo con video originali, abbiamo creato un sistema in cui misceliamo in tempo reale le riprese fatte sul palco da nove telecamere guidate dal nostro video-maker, il giovane e sapiente Roberto Pozzebon a.k.a Bobbi.
Parallelamente, grazie all’utilizzo dell’espansione Serato DJ Video, oltre ad interagire con i suoni riesco ad interpolare in tempo reale i video delle fonti sonore che utilizzo sulla consolle.
Questa cosa è nata dal bisogno di riempire quel vuoto che spesso è la mancanza di una narrazione video. Qualcuno ha già esplorato in questo campo, come DJ Gengis o i De Producers, di cui fa parte anche Riccardo Sinigallia.
Nei generi elettronici questo argomento è stato enormemente sviluppato, nell’ hip hop invece c’è una carenza sostanziale.”
Secondo te perché in Italia a differenza che nel resto del mondo, i progetti unicamente strumentali di musica elettronica fanno fatica a far parlare di se sui media dedicati ?
“In Italia abbiamo alcuni giornalisti molto caratteriali che hanno la loro linea e ragionano a schemi, spesso antiquati, e soprattutto seguono le polemiche, che per quanto riguarda la musica strumentale non ci sono.
Non sono tutti così. Ne conosco molti che invece si mettono in discussione.
Comunque e’ un dato di fatto che la musica strumentale, non è molto calcolata, questo succede anche nella musica colta, spesso artisti che fanno cose prevalentemente strumentali hanno un ritorno maggiore all’estero, piuttosto che in Italia.
Allora perché le playlist di Spotify che vanno per la maggiore sono quelle di Hip Hop Lo Fi e Chill Out strumentale?
Questo e’ un controsenso a cui non posso dare risposta se non dicendo che di sicuro una forma di ignoranza obnubilante si sta impossessando della stampa musicale.
Faccio un esempio: in Italia, precisamente in Veneto, un ragazzo di vent’anni è diventato miliardario a sua insaputa con l’Hip-Hop Lo-fi.
Alla fine la notizia è stata battuta, da pochi, ma soltanto perché si parlava di soldi.
Temo che questa storia delle views e delle vendite abbia ammazzato quasi definitivamente quell’amore che caratterizzava il mondo della stampa musicale di molti anni fa, che seppure guardava al commercio lo faceva con crismi molto diversi rispetto ad adesso.”
La fantastica Saaaz. regina dell’undeground Lo-fi made in UK.
Saluta chi vuoi e
spoilera una novità sui tuoi progetti futuri.
“Innanzitutto saluto Cal che fa parte della mia Crew, Dj Stile che sta intrippato come me sui samples, le isolazioni ed I multitraccia.
Saluto Alessio di Palma, grande collezionista di Multi, e grandissimo musicista autodidatta.
Saluto Adriano Viterbini, Riccardo Sinigallia, Bobbi, Maurizio Loffredo e Francesco Poppys, che sono insieme a me gli ON, e qui spoilero che ci saranno tanti nuovi concerti di improvvisazione pura senza paletti e con video da urlo.
Saluto Tuff Kong e Aldebaran records con cui stiamo preparando nuovi progetti discografici potentissimi.
Saluto True Life Clothing Familia, dove tra suono e grafiche stiamo costruendo un grande percorso.
Saluto gli amici di Green Monkey con cui svilupperemo una CBD targata Ice One più tante
altre cose.
Saluto anche Irma records che sta pubblicando una nuova serie di album di musica chill out hip hop prodotti da me.
Saluto anche MPI electronics, DJ Mag Italia e DJ Point nella Persona di Marco Mazzi per il supporto tecnico che mi ha permesso di avere la consolle Rane One in anteprima e che uso nei concerti di ON. Uno strumento unico e versatile.
Finisco qui anche se dovrei salutare e spoilerare un milione di cose, ma lo faro step by step.”
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