“All we really wanted was a ’95 bad boy logo”
– Skyzoo in ’95 Bad Boy Logo
Former acts: Black Rob, Craig Mack, Dj Clark Kent, Foxy Brown, Lil Kim, Lil’ Cease, Ma$e, Mariah Carey, Mary J Blige, Puffy “Sean” Combs, Sony Music Entertainment, TLC, The Lox, The Notorious B.I.G, The Source.
Gli anni che intercorrono tra il 1992 ed il 1993 rappresentano per la scena rap mondiale un momento storico di radicale cambiamento. Lo sgretolarsi del ruolo ricoperto da New York, quale capitale indiscussa dell’hip hop e patria esclusiva dei successi discografici della scena rap americana a partire dagli anni ottanta, svela l’esistenza di un fenomeno musicale molto più frastagliato e complesso, radicatosi capillarmente nei diversi centri urbani del paese. Le releases di dischi come “The Chronic” di Dr.Dre e “Doggystyle” di Snoop Dogg, sotto l’egida della Death Row Records, dimostrano al mondo la potenzialità del rap quale genere musicale nazional-popolare in grado di scalare le vette più alte delle classifiche mondiali arrivando ad un pubblico sempre più eterogeneo, senza tuttavia snaturare la propria identità.
È così che, nella prima metà degli anni novanta, New York si trova costretta a interrogarsi sulla necessità di rinnovarsi, preservando la propria identità sonora, in grado, da un lato, di essere coerente con la propria storia musicale e, dall’altro, di garantire il successo commerciale delle proprie uscite. Se la release di dischi quali “Illmatic”, “Enter the Wu-Tang (36 Chambers)”, “Midnight Marauders” o “Hard 2 Earn”, consentono il raggiungimento del primo degli obbiettivi di cui sopra, riaccendendo un forte interesse degli ascoltatori per New York, per contro, in ragione delle sonorità che li contraddistinguono, questi non superano – specie al momento della loro uscita – i confini del rap game, diventando un fenomeno pop, diversamente da quello che era accaduto con le pubblicazioni della Death Row Records.
È in questo tempo che, tuttavia, si assiste alla fulminea ascesa della Bad Boy Records, fondata nel 1993 da Sean John Combs
Nei successivi quattro anni la Bad Boy Records travalicherà definitivamente i limiti del genere, raggiungendo successi discografici senza precedenti e facendo assurgere definitivamente figure come quella di The Notorious B.I.G. o dello stesso Diddy, a icone della cultura popolare moderna.
Hotspots
- Biggie’s mama house in 226 St James Pl Brooklyn.
- George Washington High School in 105 Tech Pl, Brooklyn.
- Fulton St, Brooklyn.
- Quad Recording Studios in 723 7th Ave, Manhattan.
- Sony Tower & Surrounding in 551-569,
- Madison Ave. Palladium in 1515 Broadway,
- New York. Madison Square garden in 4 Pennsylvania Plaza, New York.
Le Recensioni
1) The Notorious B.I.G “Ready To Die” (1994)
Tanto si è scritto del debutto di Christopher Wallace e dell’importanza che ha rivestito per la riaffermazione di New York nelle classifiche di vendita mondiali. La formula inaugurata sotto il profilo sonoro da RTD è inedita e totalmente innovativa per il 1994: grazie anche al fondamentale contributo di Easy Moo Bee, l’album riesce a coniugare l’attitudine più core di Biggie, prevalentemente votata alla vivida descrizione delle sue esperienze di strada attraverso un uso massivo dello storytelling (Gimme the loot, Suicidal Thoughts, Warning), con soluzioni musicali più radio-friendly (Juicy, One More Chance Remix), esaltando al contempo l’estetica di Big Poppa fatta di Coogi sweaters e Medusa Glasses Versace. Alla dualità sonora del disco si aggiunge quale canovaccio principale dell’opera il tema della morte, descritta in forma ossessiva da Wallace nei diversi passaggi del disco, sino alla sua ultima traccia nella quale quest’ultimo, inscenando il proprio suicidio, traghetta l’ascoltatore verso il racconto “della vita dopo la morte”.
Highlights
Machine Gun Funk, Respect, Unbelievable, Ready To Die, Things Done Changed.
Biggie Mentioned Lil Fame on Ready to Die: Yeah My Ni**a Fame Up in Prospect
2) The Notorious B.I.G “Life After Death” (1997)
il titolo tragicamente profetico dell’album, uscito due settimane dopo la dipartita di Wallace è, al pari di All eyez on me, un kolossal del gangsta rap articolato in due diversi dischi. Il tema della morte permane e permea in maniera ancora più evidente il disco, alla luce anche dell’omicidio di Shakur consumatosi nel settembre del 1996 (Somebody gotta die, Miss u, Kiss your ass goodbye). LAD riproduce la formula sperimentata già con RTD di unire sonorità street con altre più r&b e cachy che riprendono, come Diddy insegna, campionamenti di pezzi famosi senza una loro particolare reinterpretazione (Hypnotize, Mo Money, More Problems, Sky’s The Limit). LAD riunisce il gotha dei produttori newyorkesi nel loro periodo di grazia (Moo Bee, Buckwild, Preemo, Rza, Havoc), regalando dei classici intramontabili (Ten Crack Commandments, Kick in the door?, Going Back To Cali) che legano indissolubilmente il secondo disco di Biggie al primo, rendendolo un successore di ottima fattura. In conclusione, LAD ha fissato nell’immaginario collettivo la figura del Black Frank White quale indiscusso King of New York, capace con i subliminal disses di “Kick in the door?” o lo story-telling della finta rapina di “I got a story to tell”, consumatasi realmente a danno del compianto giocatore dell’NBA Anthony Mason, di fornire molteplici chiavi di lettura dei pezzi e significazioni, senza pregiudicarne l’immediatezza ed efficacia.
Highlights
Ten Crack Commandments, Kick in the door?, Going Back To Cali, Last Dayz, Long Kiss Goodnight.
DJ Premier Explains The Notorious B.I.G.’s “Kick In The Door” Disses | Genius Level
3) Lil Kim “Hard Core” (1996)
Definito come il precedente discografico che ha spianato la strada per il successo delle female rappers che sono seguite all’avvento della sua autrice, Hard Core non si riduce a rappresentare al femminile l’insegnamento impartito da Biggie – il quale contribuirà massivamente quale ghostwriter alla stesura dei brani (su tutti, vedi: https://www.youtube.com/watch?v=avrmrGsE6IY ) – sotto il profilo del mcing attraverso l’utilizzo di un rappato in grado di sposarsi sia ad atmosfere più delicate che a sonorità smaccatamente hardcore, forte di timbro vocale cavernoso e riapplicato alla lettera da Kim. Hard Core, al contrario, è molto di più. Lil Kim non è interessata a denunciare la misoginia che contraddistingue le liriche dei suoi colleghi come si sono preoccupate di fare le sue predecessori, ma la applica al contrario, affermandosi quale donna indipendente sessualmente, carnefice e non vittima del proprio partner. Tutta l’opera, a partire dalle grafiche e dalle strategie pubblicitarie adottate per promuoverlo puntano allo scandalo e consentono il successo discografico per il debutto dell’allora ventunenne di Bed Stuy, Kimberly Denise Jones.
Highlights
Queen Bitch, Drugs, Spend a little doe, Big Momma Thang, Crush on you.
Lil Kim – Queen Bitch
4) Junior M.A.F.I.A “Conspiracy” (1995)
Spinto, da un lato, dall’esigenza di Biggie di affermarsi in una diversa veste nell’industria musicale e, dall’altro, di offrire un’opportunità discografica ai suoi amici, Wallace firma, quale produttore esecutivo, il debutto dei Junior Mafia. Il punto di forza del disco, segnato da una qualità altalenante dei pezzi contenuti nonché degli mc che si alternano al microfono (fatta eccezione per l’allora minorenne Lil’Kim), è rappresentato dai singoli che promuovono il disco, nonché da un paio di gemme nascoste arricchite dagli interventi di Biggie, il quale fornisce episodicamente il proprio contributo al progetto.
Highlights
Realms of Junior Mafia, Players Anthem, Get Money, Craazay.
Junior M.A.F.I.A. – Get Money
5) Puff Daddy and The family – “No way out” (1997)
L’album segna la conclusione dell’epoca d’oro della Bad Boy. Uscito successivamente alla morte di Biggie e fortemente influenzato dalla stessa già a partire dal suo titolo, parte del suo concepimento è avvenuta a Trinidad, nei Caraibi, dove Diddy, assieme al gruppo di produttori The Hit-Men decise di rifugiarsi per il tempo della sua realizzazione. Trascinato dal successo mondiale del singolo “I’ll be missing you”, il disco vanta al suo interno un’anima prevalentemente pop, segnata dall’uso massivo di samples pop non più di tanto lavorati (I’ll be missing you, Been around the world), ma celando anthem di strada divenute oramai iconiche (Young G’s e All about the benjamins).
Highlights
Young G’s, Victory, All about the benjamins, Been Around The World.
Pusha T’s Favorite Verse: Notorious B.I.G. on “Young G’s” | VERSES
Other Bad Boys’ era gems
1) Craig Mack – Flava in ya ear remix
2) Black Rob – Whoa
3) The Notorious B.I.G. – Who shot ya?
4) The Notorious B.I.G. – Just Playing (Dreams)
5) Tupac ft. Stretch & The Notorious B.I.G. – House of Pain
6) Michael Jackson – Unbreakable
7) Shyne – Bad Boys